Eutanasia
Paralizzati e poi annegati: soldatessa rivela la realtà dell’eutanasia in Canada

Una veterana dell’esercito canadese ha rivelato dettagli scioccanti sui metodi utilizzati per l’eutanasia canadese, la famigerata MAiD («Assistenza medica alla morte») durante un’intervista con il popolare psicologo YouTube Jordan Peterson. Lo riporta LifeSiteNews.
Durante un episodio del 6 maggio del podcast del Peterson, Kelsi Sheren, già artigliere dell’esercito canadese che ha servito in situazioni di combattimento, ha rivelato che i farmaci usati nel MAiD essenzialmente annegano una persona fino alla morte.
«Quello che ho scoperto ieri e che mi ha davvero infastidito è stato il meccanismo della procedura vera e propria», dichiara la militare paragonando le pratiche attuali del Canada con quelle della Germania nazista. «Il motivo per cui in Canada le persone a cui viene somministrato MAiD sembrano pacifiche è perché prima gli viene somministrato un paralizzante, quindi rimangono completamente paralizzate, poi questo farmaco viene somministrato come uno dei quattro e iniziano ad annegare fino alla morte».
La Sheren ha cita la testimonianza del dottor canadese Joel Zivot, professore associato di anestesiologia e chirurgia Emory presso la University School of Medicine di Atlanta, Georgia, che nel febbraio 2021 aveva confutato l’affermazione del governo canadese secondo cui il Midazolam, un farmaco utilizzato nel MAiD, forniva «sollievo dall’ansia» e «conforto al paziente».
Al contrario, ha testimoniato il medico al Senato canadese, «i miorilassanti se usati nel MAID produrranno la morte per soffocamento».
WATCH: This is how #MAiD in #Canada actually works pic.twitter.com/OrnJeBTNlO
— LifeSiteNews (@LifeSite) May 28, 2024
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«Il protocollo MAID molto probabilmente provoca una congestione polmonare in modo simile a quello dimostrato in oltre 200 casi di iniezione letale negli Stati Uniti», ha affermato, facendo riferimento a una richiesta del Freedom of Information Act contenente le autopsie di circa 300 americani che erano stati eseguito utilizzando gli stessi farmaci del programma MAiD canadese.
Secondo la Sheren, «l’85% di questi corpi presentava un aumento del livello di acqua nei polmoni pari a due volte. Ciò che stava accadendo è che quando questo farmaco viene spacciato, provoca un annegamento ed è considerato simile alla morte per waterboarding [tecnica di tortura che soffoca la vittima, notoriamente usata dalla CIA per interrogare i sospetti terroristi, ndr] o annegamento».
Nella sua testimonianza, lo Zivot ha spiegato che i farmaci miorilassanti somministrati durante il MAiD «produrranno una quiete osservata esternamente come conseguenza della paralisi muscolare che è stata erroneamente e ripetutamente descritta come uno stato di tranquillità».
«L’unico modo per confutare l’ipotesi che il protocollo MAiD causi accumulo di liquido polmonare e morte simile ad annegamento è ottenere dati canadesi attraverso studi autoptici su almeno 200 individui messi a morte dal MAID», ha affermato.
La Sheren ha inoltre rivelato che i canadesi che hanno ricevuto il MAiD potrebbero annegare internamente per qualche tempo mentre i loro corpi sono completamente paralizzati.
«Morire con dignità significa che questa è una morte indolore», ha affermato. «Bene, se prendi la MAiD per via orale, ci vogliono dai 30 minuti alle 24 ore». «24 ore di annegamento attivo mentre sei sotto un paralizzante (…) È così che morire con dignità nel governo canadese ha mascherato il MAiD, mentre lo offre ai veterani canadesi al posto delle cure, così non devono pagare la pensione, quindi non devono pagare l’assistenza sanitaria».
Sheren ha inoltre rivelato che il governo canadese ha scelto di concedere ai propri cittadini una morte terrificante e talvolta lunga come un modo per risparmiare sulla fornitura di una vera assistenza sanitaria.
«Nel 2021, hanno avuto una riduzione lorda dell’assistenza sanitaria di 19,2 milioni di dollari (…) Quando hanno realizzato MAiD, hanno risparmiato altri (…) 22 milioni di dollari (…) Alla fine di tutto questo anno il sistema sanitario, semplicemente facendo MAiD invece di fornire effettivamente alle persone cure palliative, [ha risparmiato] 86,9 milioni di dollari», ha continuato Sheren.
«Ci meritiamo di meglio, così come i nostri figli e i nostri cittadini. Non meritiamo questo Canada», ha dichiarato. «Ho visto questo fatto a qualcuno», ha continuato. «Non lo auguro a nessuno. Sarebbe stato più facile, è più facile mettermi dei mattoni ai piedi e buttarmi nell’oceano piuttosto che morire per MAiD. È un modo terrificante di morire».
In Canada, il MAiD non si applica ancora ai malati di mente, poiché il governo liberale ha deciso di ritardare l’estensione dell’eutanasia a coloro che soffrono esclusivamente di tali malattie fino al 2027, a seguito della reazione negativa dei canadesi e di eminenti medici, scrive LifeSite.
A gennaio, i ministri provinciali della Sanità sono andati oltre rispetto a chiedere un rinvio del provvedimento, chiedendo che la misura fosse rinviata «a tempo indeterminato». Una richiesta che deve ancora essere accolta.
I rapporti più recenti mostrano che il MAiD è la sesta causa di morte in Canada. Tuttavia, non è stata elencata come tale nelle 10 principali cause di morte di Statistics Canada dal 2019 al 2022.
Alla domanda sul perché MAiD è stata lasciata fuori dall’elenco, l’agenzia ha spiegato che registra le malattie che hanno portato i canadesi a scegliere di porre fine alla propria vita tramite l’eutanasia, non la vera causa di morte, come causa primaria di morte.
Secondo Health Canada, nel 2022, 13.241 canadesi sono morti a causa delle iniezioni letali MAiD. Ciò rappresenta il 4,1% di tutti i decessi nel paese per quell’anno, con un aumento del 31,2% rispetto al 2021. «Anche se i numeri per il 2023 devono ancora essere pubblicati, tutte le indicazioni indicano una situazione ancora più cupa di quella del 2022» scrive il sito prolife canadese.
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Di fatto, un canadese ogni 25 viene oggi ucciso dall’eutanasia. L’aumento negli ultimi anni è stato semplicemente vertiginoso. E la classe medica, oramai totalmente traditrice di Ippocrate e venduta all’utilitarismo più sadico e tetro, insiste che va tutto bene.
Come riportato da Renovatio 21, qualche mese fa un’altra veterana dell’esercito, divenuta disabile, ha riportato che alcuni funzionari statali avevano risposto alla sua richiesta di avere in casa una rampa per la sedie a rotelle offrendole invece la possibilità di accedere al MAiD – cioè di ucciderla.
Ma non è il caso più folle del degrado assassino raggiunto dallo Stato canadese: ecco l’ecologista che chiede di essere ucciso per la sua ansia cronica riguardo al Cambiamento Climatico, ecco i pazienti che chiedono di essere terminati perché stanchi di lockdown, ecco le proposte di uccisione dei malati di mente consenzienti, e magari pure dei neonati. Il tutto, ovviamente, con il corollario industriale, della predazione degli organi, di cui il Paese ora detiene il record mondiale.
Il Canada del governo Trudeau – dove il World Economic Forum regna, come rivendicato boriosamente da Klaus Schwab – è il Paese dell’avanguardia della Necrocultura. Se lo Stato può ucciderti, ferirti, degradarti, lo fa subito, e legalmente. Magari pure con spot mistico propalato da grandi società private in linea con il dettato di morte. L’anno scorso in Canada un decesso ogni 25 era dovuto all’eutanasia, che viene servita anche alle pompe funebri.
A febbraio l’eutanasia è stata offerta anche ad una signora riconosciuta come danneggiata da vaccino COVID.
Secondo alcuni, l’eutanasia in Canada – che si muove verso i bambini – sta divenendo come una sorta di principio «sacro» dello Stato moderno.
Come abbiamo ripetuto tante volte: lo Stato moderno è fondato sulla Cultura della Morte. La Necrocultura è, incontrovertibilmente, il suo unico sistema operativo. Aborto ed eutanasia (e fecondazione in vitro, e vaccinazioni, anche e soprattutto geniche) sono quindi sue primarie linee di comando.
Il Canada, che è all’avanguardia anche grazie alla potente penetrazione nel suo gabinetto pure rivendicata dal World Economic Forum, è quindi un vero esempio dello Stato basato sempre più sull’eugenetica – cioè sul dominio totale sull’essere umano e l’annientamento della sua dignità di creatura figlia di Dio.
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Eutanasia
Ozzy eutanatizzato? Utilitarismo rock-boomer in azione

Ozzy Osbourne è deceduto dopo una lunga battaglia contro il Parkinson: così l’annuncio della famiglia dell’ex frontman dei Black Sabbath, dato la scorsa settimana. Tuttavia, le circostanze della sua morte rimangono poco chiare, tanto da spingere qualcuno a ipotizzare un caso di eutanasia.
Due anni fa, in un’intervista a Rolling Stone, Osbourne aveva espresso il suo supporto per l’eutanasia in caso di malattia terminale, citando il desiderio di evitare sofferenze come quelle viste nel padre malato di cancro. Sebbene il suo Parkinson non fosse allo stadio terminale, il libro Ozzy. La storia di Ken Paisli, uscito proprio questo agosto, potrebbe far luce sugli ultimi momenti della rockstar.
Secondo i resoconti apparsi sulla stampa, poche ore prima della morte, lunedì, sui social di Osbourne è apparsa una foto enigmatica scattata il 5 luglio fuori dal suo camerino a Birmingham, durante quello che è stato definito «The final show», cioè letteralmente l’ultimo spettacolo. Paisli, nel suo libro, considera questa immagine «altamente simbolica».
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Da notare come il comunicato della famiglia non specifica né il luogo né le cause del decesso, limitandosi a dire che Ozzy è morto «circondato dall’amore».
Il biografo scrive anche che «ipocondriaco com’era, Ozzy temeva più la sofferenza che la morte, memore delle agonie di suo padre in ospedale. Credo che questo non sia accaduto». Lo Osbourne, come scritto da Renovatio 21, aveva incarnato involontariamente l’intero arco tragico della narrativa di Wuhano, dapprima divorando un pipistrello vivo durante un concerto, poi facendo sapere al mondo in pandemia che si era vaccinato.
Nel caso Ozzy fosse stato eutanatizzato, non si tratterebbe della prima storia di artisti del XX secolo che concludono la carriera con la dolce morte.
Speculazioni finite sui giornali su una «morte volontaria» furono fatte anche nei riguardi di David Bowie, morto il 10 gennaio 2016 dopo una lotta con il cancro al fegato. Era risaputo che il cantante avesse pianificato la sua morte, come ad esempio la dispersione delle sue ceneri a Bali in Indonesia, non in Puglia. Tali voci non hanno, ad ogni modo, non sembrano aver trovato riscontro certo.
Si avrebbe certezza invece della «morte assistita» scelta dal sulfureo cineasta della Nouvelle Vague Jean-Luc Godard. Il Godardo, ad una certa più noto per le sue sgarbate apparizioni alla TV francese che per i suoi film manieristi, proveniva da una famiglia protestante con ramificazioni nella grande finanza: il nonno Julien Monod fu il fondatore della banca Paribas, cosa che il metteur en scène goscista e persino maoista non teneva più di tanto di ricordare al pubblico dei suoi noiosi film sedicenti rivoluzionari.
Alla morte di Jean-Luc (che il documentario Godard à la télé storpiava scherzosamente in «gens-Cul», che suona tipo «Gianculo») nel settembre 2022, sulla stampa apparve una di una « persona vicina alla famiglia» che diceva che «il n’était pas malade, il était simplement épuisé» («Non era malato, era solo esausto»). «Così ha preso la decisione di porre fine a tutto» ha detto la fonte al giornale di sinistra Libération. «Era una sua decisione ed era importante per lui che fosse nota». Qualcuno poteva ipotizzare il titolo di un film d’essai: Gianculo decide di morire.
Restando in Francia, si ha il caso più recente della cantante e modella francese Françoise Hardy, deceduta l’11 giugno 2024 a 80 anni, che aveva pubblicamente richiesto l’eutanasia a causa di un cancro terminale alla faringe diagnosticato nel 2018. La Hardy espresso il suo desiderio in interviste alla rivista Femme Actuelle e in lettere al presidente francese Emmanuel Macron, descrivendo la sua vita come insostenibile a causa delle sofferenze causate da radioterapia e immunoterapia. Sebbene non ci sia una conferma definitiva che sia morta per eutanasia, le sue dichiarazioni pubbliche indicano una chiara intenzione.
La lista delle celebrità che scelgono la morte potrebbe continuare, ma in molti casi vi sono solo speculazioni, o suicidi veri e propri (suicidi «non assistiti»), che tuttavia vanno considerati in fondo come forme di eutanasia. Il fenomeno non è ancora slatentizzato, anche se la Finestra di Overton si muove sensibilmente: nel futuro prossimo vedremo con probabilità tante grandi glorie del passato fare campagne mediatiche per chiedere la loro morte di Stato. Il tutto sfruttando la celebrità acquisita, assieme al tanto denaro, grazie ad una popolazione istupidita che li ha visti per decenni come eroi.
Si tratta di una conseguenza automatica della filosofia utilitarista, che dai suoi inizi nell’Inghilterra coloniale di Jeremy Bentham è ora penetrata nei gangli della società occidentale tutta, divenendo di fatto parte integrante del sistema operativo dello Stato moderno: il fine delle strutture umane è massimizzare il piacere, minimizzare il dolore, e ciò a discapito di qualsiasi cosa, della vita delle minoranza, della vita degli innocenti, della propria stessa viva.
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L’utilitarismo produce la giustificazione dell’edonismo che fu diffuso alle masse con il rock (sesso, droga, rock and roll: non vi è motto utilitarista più chiaro) e con tutta la cultura delle celebrità che ne conseguì.
Esaurita la fase del piacere, i corpi vecchi di rockstar e attori divengono disfunzionali rispetto all’utilitarismo, filosofia atea e disperata, che ne ha generato la celebrità, il successo, il potere. Quindi, in un’amara, depressiva vendetta della realtà, voglio suicidarsi.
È la sterile, triste parabola di morte che finisce per divenire paradigma per l’intera generazione dei boomer, nati e cresciuti con il vento in poppa della super-crescita economica post-bellica, finiti per rifiutare la religione e la metafisica del sacrificio per abbracciare la rivoluzione sessuale e il consumismo nulliparo (a discapito dei più deboli: le generazioni future, le generazioni non nate), autori materiali e morali della catastrofe biologica e spirituale in cui ci troviamo.
Gli eroi dei boomer, i pupazzi di sistema a cui hanno i fortunati figli del dopoguerra abboccato, ora vogliono morire: non c’è immagine più chiara del fallimento di una generazione, e della filosofia infame dietro ad essa.
Roberto Dal Bosco
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Immagine di Morten Skovgaard via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Eutanasia
517 persone sono morte per eutanasia senza richiesta nel 2021

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