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Accademici della Nuova Guinea attaccano Biden per i discorsi sullo zio cannibalizzato

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Gli accademici della Papua Nuova Guinea hanno criticato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden per aver insinuato che i loro connazionali avessero mangiato suo zio dopo un incidente aereo in tempo di guerra. Le tribù locali «non mangiano semplicemente gli uomini bianchi caduti dal cielo», ha detto un professore al quotidiano britannico Guardian.

 

Mercoledì, parlando a una manifestazione elettorale in Pennsylvania, Biden ha raccontato il presunto destino del secondo tenente Ambrose J Finnegan Jr., il cui aereo da ricognizione fu «abbattuto in Nuova Guinea» nel 1944. «Non hanno mai trovato il suo corpo», ha detto Biden, «perché una volta c’erano molti cannibali – davvero – in quella parte della Nuova Guinea».

 

Michael Kabuni, docente di scienze politiche all’Università della Papua Nuova Guinea, ha detto al Guardian che, sebbene il cannibalismo fosse storicamente praticato da alcune tribù che abitavano il Paese, «non mangiavano semplicemente tutti gli uomini bianchi caduti dal cielo».

 

«Il gruppo melanesiano… è un popolo molto orgoglioso», ha detto il professor Kabuni. «E troverebbero questo tipo di categorizzazione molto offensivo. Non perché qualcuno dica “oh, in Nuova Guinea c’era il cannibalismo” – sì, lo sappiamo, è un dato di fatto. Ma toglierlo dal contesto e insinuare che tuo zio salti giù dall’aereo e in qualche modo pensiamo che sia un buon pasto è inaccettabile».

 

La carne umana non era un alimento base nella dieta melanesiana, ha spiegato il dottor Kabuni. Invece, alcune tribù mangiano i loro parenti defunti come usanza funeraria, ha detto al giornale britannico. Secondo l’Università dell’Australia Occidentale, la pratica scatenò l’epidemia di una malattia mortale conosciuta come «Kuru» e si estinse all’inizio degli anni Sessanta.

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«In realtà sono senza parole», ha detto al Guardian il leader dell’opposizione della Papua Nuova Guinea, Allan Bird. «Non mi sento offeso. Ð davvero divertente. Sono sicuro che quando Biden era bambino, queste sono le cose che sentiva dire dai suoi genitori. E probabilmente gli è rimasto impresso per tutta la vita».

 

Il professore di economia Maholopa Laveil ha sostenuto che Biden avrebbe dovuto scegliere meglio le sue parole, considerando che gli Stati Uniti hanno firmato un patto di sicurezza con la Papua Nuova Guinea l’anno scorso. Una volta raggiunto l’accordo, Washington sta attualmente tentando di spingere il Paese a uscire da un patto separato con la Cina.

 

«Per un presidente degli Stati Uniti dire questo – soprattutto dopo che molti accordi sono stati siglati con PNG e il lavoro che hanno svolto nel Pacifico – anche a braccio, non penso che si sarebbe dovuto dire affatto», ha detto il professor Laveil.

 

Secondo i registri militari ufficiali, lo zio Finnegan è stato ucciso quando il suo aereo si è schiantato «per ragioni sconosciute» al largo della costa settentrionale dell’isola. “Un membro dell’equipaggio è sopravvissuto ed è stato salvato da una chiatta di passaggio”, afferma la POW/MIA Accounting Agency del Pentagono (l’ente per i prigionieri di guerra e i caduti), aggiungendo che «una ricerca aerea il giorno successivo non ha trovato traccia dell’aereo scomparso o dei membri dell’equipaggio dispersi».

 

Biden ha una lunga esperienza nell’esagerare il proprio coinvolgimento in eventi storici. L’81enne ha affermato falsamente di aver visitato Ground Zero a New York il giorno dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre, di essere stato arrestato mentre tentava di far visita a Nelson Mandela in una prigione sudafricana e di aver marciato con manifestanti per i diritti civili negli anni Sessanta.

 

Si tratta di quantità di balle ripetute in ogni momento della sua carriera.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Biden al mendacio più spudorato ha aggiunto talvolta anche il plagio, come dimostrato dal caso dei discorsi copiati da quelli del politico laburista britannico Neil Kinnock, del quale ripeteva pure i dettagli biografici sulla sua famiglia.

 

Varie volte egli dovette scusarsi perché beccato a mentire spudoratamente, talvolta peggiorando la sua situazione. Al ritiro dalla campagna presidenziale 1987, La Repubblica (sì, La Repubblica), aveva intitolato «Casa Bianca, si ritira Biden, il candidato copione».

 

C’è da chiedersi: una carriera politica riuscita nonostante le menzogne o grazie alle menzogne?

 

Se esistesse ancora una stampa libera, se lo starebbe chiedendo da lungo tempo.

 

Perché questo è l’uomo che ci sta portando verso la Terza Guerra Mondiale.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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Trump contro la trionfale copertina di TIME: «mi hanno fatto sparire i capelli»

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato l’ultima copertina della rivista Time, che accompagna un articolo che loda il suo ruolo nel negoziato di un cessate il fuoco tra Israele e il gruppo militante palestinese Hamas.   L’edizione di lunedì della rivista ha definito la tregua di Gaza come il «trionfo» di Trump, presentando un suo ritratto scattato dal basso. Sebbene abbia riconosciuto che l’articolo in sé fosse «relativamente buono», Trump ha duramente contestato l’immagine su Truth Social martedì mattina, definendola «forse la peggiore di sempre».   «Mi hanno fatto “scomparire” i capelli e poi hanno messo sopra la mia testa qualcosa che sembrava una corona fluttuante, ma estremamente piccola. Davvero strano!» ha scritto.   Trump ha frequentemente accusato i media americani di parzialità, sostenendo che la maggior parte della copertura mediatica evidenzi ingiustamente le critiche alla sua presidenza.  

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Non si tratta della prima volte che il Trump si preoccupa della sua criniera, a lungo oggetto di speculazioni sulla sua autenticità. Per provare di avere i capelli veri, si fece tirare i capelli in diretta dalla giornalista televisiva Mika Brzezinski (figlia del geostratega Zbigniew), che col marito co-conduttore Joe Scarborough divenne poi acerrima avversaria del presidente (con reductio ad Hitlerum ad abundatiam) e parossistica apologeta di Biden.     Il figlio primogenito Don jr. ha raccontato durante un incontro pubblico con Charlie Kirk che, raggiunto al telefono dai figli dopo l’attentato subito a Butler in Virginia durante la campagna elettorale, Trump ha chiesto loro come in TV, in quel momento, fossero i suoi capelli. «I capelli vanno bene… c’è molto sangue, ma vanno bene» ha risposto il figlio.     È lecito pensare che vi sia nel presidente statunitense una cifra sansonica, per cui il suo potere – a questo punto indiscutibile – è tratto proprio dalle sue bionde, inconfondibili, escrescenze tricologiche – che sono, lo sanno gli esperti, uno strumento di branding perfino superiore al baffetto dello Hitler, al baffone dello Stalin, alla pelata mussoliniana.  

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Ai nordcoreani è stato ordinato di identificare le donne con tette «antisocialiste»

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La Corea del Nord ha lanciato una severa campagna contro le donne sospettate di aver utilizzato protesi mammarie considerate «capitaliste», classificando tali interventi estetici come «antisocialisti» e «borghesi». Lo riporta il giornale britannico Telegraph.

 

Le forze di sicurezza del regime starebbero effettuando ispezioni invasive, con i responsabili dei comitati di quartiere incaricati di individuare donne che mostrano evidenti modifiche fisiche e di segnalarle per ulteriori accertamenti.

 

Nel regime guidato da Kim Jong-un, interventi come l’aumento del seno e la chirurgia delle palpebre sono ritenuti «atti non socialisti» e sono vietati. Chi viola queste norme rischia gravi conseguenze.

 

La notizia è emersa in concomitanza con un processo pubblico tenutosi nella sala culturale di Sariwon, dove un medico e due giovani donne sono stati processati per aver praticato e subito interventi al seno non autorizzati. Il medico, con scarsa esperienza, aveva abbandonato gli studi di medicina prima di completare la formazione chirurgica.

 

«A metà settembre, un processo pubblico si è svolto in un centro culturale nel cuore di Sariwon contro un medico che ha eseguito un’operazione illegale di mastoplastica additiva e due donne che si sono sottoposte all’intervento», ha riferito una fonte della provincia di North Hwanghae al quotidiano sudcoreano Daily NK.

 

I pubblici ministeri hanno accusato le donne di essere state «contaminate dalle usanze borghesi» e di aver adottato un «comportamento capitalista corrotto». Le imputate hanno dichiarato di voler «migliorare il loro aspetto», ma sono state definite una minaccia per il sistema socialista.

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Il giudice ha promesso «punizioni severe», mostrando come prove strumenti medici, silicone di contrabbando e denaro contante. Secondo quanto riferito, il giudice ha dichiarato che una delle imputate «non aveva alcuna intenzione di essere leale all’organizzazione e al collettivo, ma era ossessionata dalla vanità, diventando un’erba velenosa che minava il sistema socialista».

 

Una fonte ha inoltre riferito al Daily NK «che tra i residenti presenti al processo, si sono sentite critiche come “i medici fanno di tutto per denaro”, ma anche commenti di solidarietà, come “Non lo fa forse perché non ha altri mezzi per vivere?”»

 

Molte donne di Sariwon vivono nel timore di essere sottoposte a controlli se sospettate di aver effettuato interventi di chirurgia estetica.

 

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Animali

Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi

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Una controversia legata alla gestione di un focolaio di influenza aviaria ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica canadese. Tutto ha avuto inizio nel 2024, quando i proprietari di un’azienda agricola a conduzione familiare nella Columbia Britannica hanno rilevato sintomi compatibili con l’influenza aviaria in alcuni struzzi del loro allevamento. La malattia si è diffusa rapidamente tra gli uccelli, causando la morte di 69 esemplari nel giro di un mese.   Gli struzzi rimasti, tuttavia, non hanno mostrato segni di malattia nei mesi successivi, suggerendo lo sviluppo di una possibile immunità naturale. Nonostante ciò, l’Agenzia canadese per l’ispezione alimentare (CFIA) ha disposto l’abbattimento dell’intero stormo sopravvissuto, considerandolo un rischio per la salute pubblica e per l’industria avicola nazionale.   La decisione ha suscitato una forte reazione da parte della famiglia proprietaria dell’allevamento, che da mesi si oppone al provvedimento attraverso vie legali e mediatiche. La vicenda ha avuto un nuovo sviluppo lo scorso mercoledì, quando la Corte Suprema del Canada ha concesso una sospensione temporanea dell’abbattimento, bloccando l’operazione in attesa di ulteriori decisioni giudiziarie.

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Nonostante la sospensione, gli agenti della CFIA – coadiuvati da oltre 100 agenti di polizia – continuano a presidiare la proprietà, impedendo ogni accesso non autorizzato agli animali. Secondo i proprietari, l’agenzia ha anche vietato loro di effettuare test diagnostici indipendenti sugli uccelli sopravvissuti, con la minaccia di sanzioni che includono multe fino a 200.000 dollari e pene detentive fino a sei mesi per ogni esemplare testato senza autorizzazione.   La CFIA sostiene che la presenza degli struzzi costituisca ancora una minaccia biologica. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulle modalità di gestione della situazione. In particolare, è stato segnalato che, nei giorni iniziali dell’intervento, alcuni operatori dell’agenzia sarebbero entrati nell’area senza adeguati dispositivi di protezione individuale, adottando misure di sicurezza più rigorose solo successivamente. Anche le forze dell’ordine, secondo quanto riferito, non avrebbero utilizzato equipaggiamenti protettivi durante le operazioni di sorveglianza.   La famiglia proprietaria della fattoria, denuncia quella che definisce una violazione dei propri diritti. La figlia dei titolari, ha dichiarato: «Non si tratta solo dei nostri struzzi. È una questione più ampia che riguarda i diritti degli agricoltori e la libertà di gestire le proprie terre».   Il caso ha acceso un dibattito pubblico sull’equilibrio tra misure di biosicurezza e diritti individuali, sollevando interrogativi sulla proporzionalità dell’intervento governativo e sulla trasparenza delle valutazioni scientifiche alla base delle decisioni.   Rimane il fatto che il Canada, anche per i grandi pennuti, è capitale dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), i malati mentali in genere, i disabili, i depressi da lockdown, gli angosciati, i poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.   Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.   Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di eutanasia animale sconvolse gli USA, forse spostando anche qualche voto delle presidenziali: quello dello scoiattolo Peanut, strappato dalle amorevoli braccia del suo addestratore ed eutanatizzato dalle autorità statunitensi.   Perché per il malvagio squirrello che invece terrorizza la California, al momento, non è richiesta la morte di Stato?

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Immagine di Mostafameraji via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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